Sempre più spesso sento parlare di stagionalità (purtroppo tante volte a sproposito!!) ma … abbiamo davvero ben chiaro cosa significa rispettare la stagionalità nella nostra alimentazione? Durante i miei corsi, quasi ad ogni lezione, sono chiamata a dare spiegazioni sui veri motivi per cui la nostra salute necessita di grande attenzione a riguardo.
Oggi ho deciso di provare a farlo anche qui!
Inizio subito cercando di far riflettere su un concetto di fondo del nostro “essere” e cioè che noi non siamo individui “isolati” ma facciamo parte di un ambiente (di un ecosistema) che ci condiziona molto più di quanto possiamo immaginare. Condizioni climatiche, luminosità, numero delle ore di luce e di buio (quindi l’evolversi delle stagioni) incidono profondamente sul nostro metabolismo, su tutti i nostri cicli vitali e sul fabbisogno di ogni singolo nutriente che ci arriva dalla nostra dieta.
Da ciò è facile capire che le esigenze di sali minerali, vitamine, oligoelementi cambia notevolmente da stagione a stagione. Ecco allora che accade una cosa straordinaria: i nutrienti di cui sono ricche le verdure e la frutta di stagione sono esattamente quelli di cui il nostro organismo ha bisogno in quel determinato periodo dell’anno.
Mi spiego meglio con qualche esempio: durante l’autunno e l’inverno maturano cavoli, cavolfiori, broccoli, bietole, spinaci, cardi, uva e fichi, ricchi di calcio e vitamina K, importanti per la salute di ossa e denti. In inverno infatti riduciamo l’esposizione al sole e per mantenere le nostre ossa e i nostri denti forti abbiamo bisogno di assumere più calcio e vitamina K con l’alimentazione. Inoltre la natura nei mesi freddi ci fornisce kiwi, arance, mandarini, limoni, mele e pere, ricchi di vitamina C che rinforzano le nostre difese immunitarie e ci proteggono dai malanni tipici della stagione fredda, come il raffreddore e l’influenza.
Per contro, in estate, quando il nostro organismo ha bisogno di maggior idratazione a causa del caldo e della sudorazione, troviamo anguria, melone, prugne, pesche, ciliegie, albicocche, fragole e frutti di bosco, assieme a pomodori, melanzane, zucchine e peperoni, ricchi di acqua e di sali minerali. Questi vegetali contengono inoltre carotenoidi che proteggono la nostra pelle e i nostri occhi dai danni causati dai raggi solari.
E questi sono solo alcuni esempi dello stretto rapporto che esiste fra ciò che mangiamo e le esigenze del nostro corpo nelle diverse fasi dell’anno.
Quindi, per riassumere, cambiare i cibi in tavola secondo le stagioni vuol dire diversificare in automatico l’apporto di vitamine, sali minerali e altri nutrienti di cui il nostro organismo ha bisogno.
Ora una precisazione: quanto detto finora ci mostra in modo molto chiaro come, per applicare alla nostra alimentazione il principio della stagionalità, è necessario rispettare anche quello della località in quanto i due sono inscindibili ed interconnessi tra loro (la località, concetto ben diverso dal km zero, si riferisce ai cibi, in particolare frutta e verdura, che crescono nelle condizioni climatiche in cui viviamo). Quindi … anche se fosse vero che in gennaio, in Sicilia crescono fuori serra, in campo aperto intendo, le melanzane … beh, noi non viviamo in Sicilia! Poi… è vero che nessuno muore se mangia una melanzana a gennaio ma è anche vero che se da ottobre a giugno si continuano a mangiare regolarmente melanzane, zucchine, pomodori, peperoni …questo sì, è molto dannoso!
Ora una domanda un po’ provocatoria: è possibile che una persona sana e in contatto con il suo corpo senta in questi mesi freddi la voglia di una bella caprese? O in piena estate una bella teglia di finocchi gratinati con la besciamella? Credo che dovremmo tornare ad ascoltare il nostro corpo che costantemente ci “parla” e che ci chiede ciò di cui ha bisogno.
Detto questo vado oltre e sottopongo alla vostra attenzione altri aspetti molto importanti! Alimentarsi seguendo la stagionalità, infatti, significa anche …
- consumare i vari alimenti nel momento della massima presenza di nutrienti (vitamine, zuccheri, flavonoidi, ecc), che raggiunge la quota ottimale nella maturazione naturale
- rispettare tempi di astinenza, che coincidono con quelli di non produzione stagionale, che assicurano il non insorgere di intolleranze alimentari (interrompere per esempio per tutto l’inverno e la primavera il consumo di pomodori o melanzane significa non assumere per qualche mese gli allergeni (per esempio la solanina) presenti in questi vegetali: si evita così il rischio di pericolose intolleranze. Lo stesso discorso potrebbe essere fatto anche per le fragole, per le pesche, per gli spinaci, per i kiwi, per le arance …
- non ultimo, risparmiare.
E’ vero, oggi è possibile trovare nei negozi le principali specie di ortaggi quasi in ogni stagione ma vediamo quali sono i fattori che rendono possibile ciò:
- la facilità delle importazioni da paesi caldi o agli antipodi
- le conservazioni oggi tecnicamente più facili: surgelazione, liofilizzazione, che si aggiungono alle tecniche già collaudate nel passato: sterilizzazione in vaso o in scatola, conservazione in ambienti freschi e ad atmosfera condizionata
- i trattamenti chimici antimuffa
- le mutazioni genetiche, che creano OGM resistenti alla marcescenza e quindi di lunga durata, anche se spesso si tratta di pericolose apparenze.
…anche tutto questo dovrebbe farci riflettere ma non voglio dilungarmi oltre correndo anche il rischio di andare fuori tema!